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Il museo della Borsa di Forza Giovane

La collezione di Piergiovanni Vitalini, il nostro Piero Forza Giovane, è stata recentemente oggetto di un servizio per la Rai. Il museo della Borsa di Forza Giovane è infatti un archivio storico al servizio di creativi, artigiani, studiosi e di tutta la comunità che attraverso la storia della Borsa vuole comprendere meglio il passato e il presente del costume. L’evoluzione della pelletteria segue il passo della civiltà e alcuni pezzi presenti nel muso della Borsa sono unici, poiché eseguiti con tecniche oggi in disuso. Qui trovi il video con il servizio Rai andato in onda, nel quale l’imprenditore tessile e genio creativo Piergiovanni Vitalini, racconta la sua collezione di Borse.

Storia della Borsa

La borsa è un elemento essenziale del guardaroba femminile e maschile, che racchiude molte funzioni. Non è solo un comodo contenitore, ma è uno status symbol, nonché un’estensione del nostro stile e della nostra interiorità.

Inizialmente, alla sua “nascita”, uomini e donne hanno utilizzato le borse per scopi pratici. Gli antichi popoli usavano le borse per trasportare armi, utensili, cibo e selce (per la preparazione del fuoco). Otzi, l’uomo venuto dal ghiaccio, ovvero una mummia di 5.300 anni fa, ben conservata, che è stata ritrovata sulle Alpi italiane nel 1991, aveva una borsa attaccata alla cintura che conteneva selce, un trapano, un punteruolo e funghi essiccati. E questo la dice lunga sulla storia della borsa!

Gli Egizi dell’Antico Regno (2686-2160 a.C.) usavano borse a doppio manico fatte di lino e papiro. Gli antichi greci portavano la byrsa (che significa pelle) o il portamonete, appesi alla cintura di modo che potessero essere nascosti nelle pieghe degli abiti, per una maggiore sicurezza personale.

Gli archeologi hanno scoperto un borsellino di pelle ornamentale in un tumulo funerario anglosassone in Gran Bretagna. Datato al 625 d.C.. Questo borsellino era deteriorato ma mostrava tracce di ornamenti in oro, argento e granato e probabilmente era appeso alle cinghie di una cintura. La borsa conteneva ancora 40 monete d’oro.

Una borsa bizantina per reliquie del IX secolo è stata rinvenuta a San Michele in Svizzera. Foderata in seta rossa, la borsa presentava leoni ricamati su sfondo blu.

Borse medievali

Nel XIII secolo, gli europei occidentali portavano con sé piccole borse chiamate “almoners”, ovvero elemosinieri, piccoli sacchetti per le elemosine che contenevano monete da dare ai poveri.

Quindi anche se sembra strano ai nostri occhi, nel medioevo lavoratori, artigiani, pellegrini e contadini usavano quelle che oggi chiamiamo borsette.

Erano un accessorio molto comune per via della sua praticità, infatti il modo comune di viaggiare durante il medioevo era a piedi e le borse offrivano un modo comodo per trasportare piccole merci.

All’epoca la borsa era già uno status symbol, e i modelli di borsa della classi più abbienti erano molto diverse da quelle dei ceti poveri, lo sappiamo grazie ai dipinti e alle raffigurazioni dell’epoca: la borsa del povero era fatta di pelle riciclata o di tessuto pesante.

Versioni più sofisticate erano utilizzate dai reali e dall’aristocrazia, che erano soliti anche regalare borse in segno di corteggiamento. Le borsette regalate erano decorate con scene romantiche e talvolta con motti umoristici.

Le borse nel Rinascimento

Da borse piccole a grandi, nel XV secolo, gli aristocratici e i reali portavano grandi borsette con strutture in metallo fuso. Nel corso del tempo, le borse divennero sempre più fantasiose, realizzate con tessuti eleganti e abbellimenti elaborati.

Gli elisabettiani amavano le allegorie e i giochi di parole, come ad esempio una borsa a forma di ghianda per indicare la parsimonia. Il Museo di Londra espone una borsa all’uncinetto a forma di rana, è realizzata in seta color crema e una rete d’argento, la bocca della rana fungeva da apertura della borsa.

Tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, le piccole borse erano uno status symbol per le donne. Piccoli sacchetti ricamati contenevano petali di rosa, spezie ed erbe per coprire l’odore del corpo e allontanare gli agenti infettivi che si riteneva fossero veicolati da aromi sgradevoli.

Fu nel tardo Rinascimento che nacque il concetto di borsa da sera. Uomini e donne portavano borse piatte che contenevano fiches e monete per il gioco d’azzardo e il fondo delle borse era decorato con stemmi utilizzati per l’identificazione.

Le borse utilizzate per l’abbigliamento divennero più decorate con pannelli a incastro e forme innovative.

Borse dal 1700 al 1900

All’inizio del 1700, gli uomini usavano piccoli portamonete strettamente attaccati alla cintura (come abbiamo visto di derivazione Medioevale) e in questa epoca si delinea un confine più marcato tra borse di tipo maschile e femminile, ad esempio le borse appese erano considerate da donna. In questo periodo storico le donne portavano piccole borse che penzolavano dai polsi.

Di genere femminile erano anche diffuse borse più grandi, da lavoro, che contenevano i progetti di cucito. Mentre le borse da donna a forma di pera, portate alla cintura sui fianchi, contenevano oggetti personali come sali, ventagli e occhiali da opera.

Curiosità: la parola “tascabile” deriva da un tascabile, cioè un piccolo libro che conteneva un calendario, ricette, canzoni o incisioni di moda.

Sempre in questa epoca si diffusero borse in rete, borse stampate in seta e borse dalle forme fantasiose.

Nel 1800 le borse sono meno sottili, poiché la moda dell’epoca privilegiava le gonne ampie, per cui per maggiore praticità la borsa era di dimensioni più grandi rispetto al passato.

Le donne iniziarono a possedere borse per diverse occasioni: per lo shopping e per i viaggi, sia fatte a mano che acquistate. Negli anni Ottanta dell’Ottocento si diffusero le borse a tappezzeria, basate sul popolare stile di valigeria chiamato “carpet bag”.

Tra il 1900 e il 1914, i tessuti esotici si fondono con la praticità e vengono introdotte minuscole borse in rete d’argento, grandi borse in velluto con cornici intagliate a mano, borse tedesche e italiane con perline che raffigurano castelli fiabeschi, paesaggi rinascimentali e donne con gonne a cerchio.

Bellissime borse ricavate da tessuti antichi erano impreziosite da nastri e pizzi. L’amore per gli stili orientali ha influenzato le borse con disegni a tema asiatico.

Le Suffragetes (le suffragette) all’inizio del XX secolo hanno reso popolari le borse a tracolla in pelle.

La moda degli anni Venti proponeva borse sottili e semplici da tenere vicino al corpo. Nel 1923, Hermes trasformò le borse da trasporto e da sella in accessori alla moda e stabilì uno stile che dura fino ad oggi utilizzando le cerniere dei cargo dell’esercito come chiusure.

Conclusioni

La storia della Borsa è lunga, mai banale e con tanti spunti creativi. Ecco perché è importante la memoria dell’artigianalità, perché ci aiuta a guardare al passato con occhi nuovi. Per scoprire tante curiosità sulla borsa una tappa obbligata è la vista del Museo Negozio di Forza Giovane, un luogo dove la storia della moda si può vedere e vivere in un’esperienza unica.