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L’arte del ricamo nelle Marche

Dalla tradizione del tombolo ai giorni nostri

Le Marche hanno un notevole patrimonio artistico, che include la manifattura del ricamo. Nella regione Marche infatti, fin dal Rinascimento, sono nate tante piccole botteghe di ricamo, nonostante l’attività prevalentemente agricola che si praticava nel territorio.

Questo a testimonianza di un profondo legame tra artigianalità e tradizione. Un arte quella del ricamo, che ancora oggi è il fiore all’occhiello della regione Marche, che resiste al tempo tramandata di generazione in generazione ed evolvendosi grazie agli strumenti della tecnologia. È un fatto: i lavori legati alla mezzadria stanno scomparendo, mentre resistono le botteghe artigiane, anzi, i giovani stanno avviando nuove attività artigianali annodando e allungando il filo della tradizione. E tra i borghi antichi, il lessico del ricamo si rinnova, echeggiano parole nuove, come design e ricamo 3d, perché tradizione fa rima con innovazione.

La Tradizione del Tombolo marchigiano

Tra i tesori marchigiani, la tradizione del merletto a tombolo è uno dei più preziosi. Si tratta di un pizzo fatto a mano, il tombolo indica sia il merletto sia lo strumento utilizzato per farlo. Offida, piccolo borgo marchigiano, è celebre per il merletto al tombolo, un’arte antica che secondo gli studiosi potrebbe risalire

al XV secolo e importata dall’Oriente. Anticamente le donne del paese ricamavano sedute in piccoli gruppi davanti casa. Il pizzo al tombolo  viene realizzato con filo di cotone, oppure in lino, seta, lana o fibre sintetiche.

Il tombolo è un cuscino con una forma a cilindro o a calotta sferica. La lavorazione a tombolo consiste essenzialmente di due movimenti, incrocio e girata, e tre punti (mezzo punto, punto tela e punto intero).

Sul supporto viene fissato, con degli spilli, il foglio con il disegno del merletto. Vengono usati, come strumenti, delle coppie di bastoncini detti “fuselli”, attorno ai quali viene arrotolato il filo necessario per la lavorazione. I fuselli usati nelle realizzazioni più complesse possono essere anche un centinaio, mentre per quelle più semplici bastano poche coppie. Nella lavorazione con la tecnica detta “a fili continui”, servono tanti più fuselli quanto più è largo il merletto mentre, in quella detta “pizzo a nastrino”, bastano poche coppie. Alla fine del lavoro, il pizzo viene staccato dai punti di supporto, e può essere fissato a una stoffa o utilizzato così com’è, a seconda della sua grandezza.

Sulla strada del ricamo

Per chi è curioso e vuole approfondire la tradizione del ricamo marchigiano, ci sono dei luoghi istituiti per preservarne la storia millenaria. Ecco un breve itinerario per turisti amanti delle arti.

Si parte da Offida, non può mancare una visita in questo splendido luogo, eletto uno dei borghi più belli d’Italia, nonché cuore del ricamo al tombolo.

Qui il merletto al tombolo è vivo nella storia e nell’economia del posto. Ci sono molti laboratori artigiani che confezionano creazioni con questa tecnica di ricamo. E il merletto al tombolo è diventato anche gioiello, infatti sposando l’arte orafa, vengono creati dei gioielli unici al mondo.

Sempre a Offida si trova il Museo delle Tradizioni Popolari, istituito a scopo didattico nel 1986 e situato all’interno dell’ottocentesco palazzo De Castellotti – Pagnanelli. Dal 1988 questo museo è diventato un vero e proprio polo culturale, infatti racchiude il Museo Archeologico “G. Allevi”, il Museo del Merletto a Tombolo e la Pinacoteca comunale.

Un breve cenno sul Museo del Tombolo, il quale è stato inaugurato nel luglio 1950 con la mostra dal titolo “1° mostra mandamentale di artigianato, industria, e commercio”; la prima di una lunga serie di esposizioni estive del Merletto a Tombolo Offidano. Infatti ancora oggi, ogni anno, l’antica tradizione viene ricordata durante la Mostra del merletto a tombolo, un evento che si tiene tra fine giugno e inizio luglio e richiama turisti e appassionati di arte e moda.

I materiali esposti nel Museo del Tombolo sono in parte di proprietà del museo, in parte di cittadini privati che danno in prestito i pezzi migliori delle loro collezioni.

Una curiosità: si può ammirare l’abito di alta moda, realizzato nel 1997, per una sfilata a Londra dello stilista Antonio Berardi, e indossato nell’occasione da Naomi Campbell

Il viaggio sulla strada del ricamo prosegue verso sud, e a Venarotta troviamo un altro centro famoso per il tradizionale ricamo marchigiano. Qui, nella provincia di Ascoli Piceno c’è il Museo del “Ricamo e Artigianato di Venarotta” e questa è anche la sede  dell‘Associazione Meraviglie del Ricamo, location dove si tengono attività laboratoriali dedicate alla tecnica del ricamo. L’Associazione organizza dei workshop aperti a tutti nei quali vengono presentati i punti base del ricamo, tra cui il Punto Cupanile, nato per distinguere ed omaggiare il luogo.

Forza Giovane è un ricamificio orgogliosamente marchigiano

Per concludere possiamo affermare con certezza che il ricamo nelle Marche non è una storia che riguarda il passato, ma è il presente e il futuro di questo territorio.

E Forza Giovane ne è una testimonianza, il nostro ricamificio nasce 30 anni fa, grazie alla passione per il ricamo e la voglia di portare avanti tradizioni preziose. Perché essere artigiani è questo: realizzare pezzi unici e inestimabili; portare nel mondo la bellezza è per noi di forza giovane un grande orgoglio.